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TEMPO E INFORMAZIONE

Un tempo oggettivo, soggettivo, materiale, astratto, concreto, tante volte illusorio, falso e verosimile; diviso da noi stessi in passato, presente e futuro. Un tempo che passa in fretta, che ci focalizza sul presente, annientando i “fardelli” del passato, e non pensando minimamente al futuro.  Un tempo che ci dà l’occasione di acquisire strumenti, competenze che in qualche modo portano alla valutazione della verità.  Questi consumi culturali, insieme ai consumi mediatici, giocano sul registro dell’emotività. 

E’ questa la riflessione di Francesco Giorgino, voce e volto del TG1, giornalista RAI e docente presso i Dipartimenti di scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione delle Università Sapienza e Luiss di Roma, ospite presso l’Auditorium “Guarasci”  del Rotary Club di Cosenza.

Giorgino ha presentato il suo ultimo saggio, “Giornalismi e società”, un’indagine rigorosa sul ruolo dell’informazione secondo i paradigmi della sociologia del giornalismo.  L’evento è stato occasione di scambio vivace, intessuto di riflessioni critiche e lungimiranti sull’attualità.

Dalle riflessioni emerse durante il dibattito  si è configurata la percezione di un nuovo tempo, quello che viviamo, un tempo post-moderno, che rende succube l’uomo nel continuo processo evolutivo, un uomo che porta a selezionare la diversa notizia (newsmaking) leggendo e interpretando i mutamenti attraverso la chiave interpretativa dell’emotività.  Un tempo che va oltre l’orizzontalità e conduce all’emozionalità.

Un’ informazione che cresce e non rimane più piatta, che si evolve e si dota di strumenti per seguire la nuova società e la nuova realtà.

In passato conoscere era un fatto interiore. A partire da Socrate, affamato ricercatore di verità, l’uomo ha cercato dentro di sé le risposte più efficaci alle domande più complesse. Tuttavia, è altrettanto plausibile affermare che una corretta visione della realtà avvicina l’uomo alla verità, una verità interiore per apprendere il più possibile su se stesso e sulla società che lo circonda.

Giorgino, a tal proposito, rievoca Kant, con la sua concezione prospettica del vero, che fa vedere le cose in modo personale e irripetibile: una corretta visione della realtà porta l’uomo alla verità, e l’informazione in questo caso, diventa il filo conduttore verso tale disvelamento, un fattore che aiuta a crescere ed evolvere, stimola senso critico attivando difese e prevenendo rischi. Si delinea così una società dell’informazione con riferimento all’uso dei linguaggi, veri, verosimili o bufale, assunti dai vari processi comunicativi.

Un flusso eterogeneo e multiforme dell’informazione che dà la capacità di analizzare la qualità delle differenti culture umane. Tutto questo si può rapportare, inoltre, alla libertà dell’informazione, atto primo ed irrinunciabile che mette in condizione l’uomo di poter esercitare una corretta interpretazione della realtà, con tesi vere e verificabili, lontane dalle pericolose inesattezze o mezze verità.

Un’ informazione, dunque, quella delineata da Giorgino che ormai è al centro del mondo e di ogni consorzio umano, che attinge ad un universo di scienze conoscibili, attraverso l’uso della parola, del linguaggio, del web, delle emozioni, e che porta, oggi più che mai, ad un’ampia diffusione della notizia , ad una funzione sociale irrinunciabile, attraverso le molteplici fonti di trasmissione del sapere.

ROSSELLA TRAUSI VA - ITA" G.TOMMASI"

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